Un Universo semplice
- magnarini
- 14 feb 2018
- Tempo di lettura: 1 min

Aristotele fu il precettore di Alessandro Magno. Come usava all’epoca, il precettore insegnò all’allievo le nozioni che erano ritenute fondamentali: matematica, retorica, filosofia, logica. E anche astronomia.
Al tempo di Aristotele e Alessandro vigeva la teoria geocentrica: la Terra al centro dell’Universo, con Sole, Luna, stelle e pianeti che le ruotano attorno. Già all’epoca però era stato studiato il moto di Marte e Giove; questi due pianeti, nel loro moto apparente visto dalla Terra, osservati per un periodo sufficientemente lungo, avanzano nel cielo, poi rallentano, e tornano indietro, per poi tornare nuovamente al loro moto di avanzamento. In altre parole, disegnano un “ricciolo” nel cielo.
Tale ricciolo è difficilmente spiegabile secondo la teoria geocentrica, ma gli antichi avevano comunque inventato un sistema ingegnoso per spiegare tale moto retrogrado (finalmente ho usato un termine astronomico decente). Ingegnoso ma complicato, dato che si doveva ipotizzare un centro di rotazione che a sua volta ruotasse intorno a un altro centro di rotazione.
Si narra che Alessandro abbia detto ad Aristotele: “Se io fossi il Creatore, farei l’Universo molto più semplice”. In effetti, ponendo il Sole al posto giusto, questo moto retrogrado risulta molto più semplice da spiegare: esso è dovuto alle differenti velocità di orbita di Terra, Marte e Giove attorno al Sole. Riporto qui sotto un breve video che illustra molto bene questo moto retrogrado, spiegato prima con la teoria geocentrica, e poi con la corretta teoria eliocentrica. Cambiando il centro di rotazione, tutto diventa semplice.
Comentarios