top of page

L'eresia degli anabattisti

  • Immagine del redattore: magnarini
    magnarini
  • 19 gen 2018
  • Tempo di lettura: 4 min

Vi racconto l’eresia degli anabattisti, cercando di immergermi con voi in quel clima di isteria collettiva che contraddistinse questa assurda vicenda.


La vicenda inizia nel 1534 a Munster (Germania). Siamo negli anni della diffusione dell’ideologia luterana, che sta infiammando tutto il Nord Europa. Molti eretici in fuga si riuniscono nella città di Munster, e quasi per caso cominciano a predicare che il giorno del giudizio è vicino.


Il sottoproletariato urbano è sedotto dalle predi­che contro i ricchi, e il popolaccio scende in strada armato al grido di «penitenza!». L'isteria causata dalla continua predicazione ereticale è al culmine.

Il vescovo in quei giorni è assente, perciò nessuno interviene a ripristinare l’ordine. Così la sorte di Munster è segna­ta. Scampato il pericolo, molte donne discinte - alcune addirittu­ra nude malgrado sia gennaio - corrono nelle piazze urlando, pian­gendo, gettandosi nel fango e ringraziando il Padre. Nota un cro­nista che nessuno invoca il Figlio. È l'eretica supremazia dell'Antico Testamento.



Capi della rivolta diventano Jan Matthys, Johan Bokelson e Bernhard Knipperdolling, i primi due sono fuoriusciti olandesi.

Si sparge la voce in Europa e in città cominciano ad arrivare ere­tici, disertori, vagabondi e figuri con pendenze penali (ma anche signori e nobildonne entusiasti della nuova fede), in numero su­periore a quello dei fuggiti. Li si alloggia nelle case abbandonate dagli esuli e nei conventi deserti e saccheggiati. Si devastano le chiese, con i paramenti liturgici vengono addobbate le prostitute, si bruciano gli antichi documenti dei monasteri.

Nella bellissima cattedrale gotica, le vetrate vengono infrante, l'orologio, alla cui ar­tistica costruzione un artigiano ignoto aveva dedicato tutta la vita, viene colpito a mazzate. Le pale d'altare vengono segate e usate per erigere latrine, il battistero romanico si frantuma sotto le mazza­te. Le sculture di legno e di pietra cadono sotto i colpi dei martelli e delle scuri, l'organo è accuratamente sfasciato canna per can­na.


L'armata del vescovo è ormai sotto le mura: pensa che prendere Munster sarà un gioco da ragazzi, ma fin dal primo assalto lascia molti morti sul terreno. Adesso anche le donne, i vecchi e i bambini devono prendere par­te alle esercitazioni militari. Tutti, pena la vita, sono tenuti ai tur­ni di guardia, giorno e notte, sulle mura.


È l'inizio del terrore. Si requisiscono i bottoni e le fibbie, ragazzine invasate denunciano tutti quelli che ne possiedono, ai trasgressori viene pubblicamente mozzata parte della testa. I due olandesi, Matthys e Bockelson, si affiancano un consiglio di dodi­ci "saggi" che decidono, dal Vecchio Testamento, il razionamen­to alimentare. Vietati alcool e tabacco. I pasti sono consumati co­munitariamente, in silenzio, mentre un bambino legge passi scrit­turali. Tutti i libri, eccetto la Bibbia, sono bruciati.


Knipperdol­ling, nominato giudice, giuria e boia, gira per la città con i suoi uo­mini comminando su due piedi la morte ai colpevoli. L'elenco dei «peccati» meritevoli della pena capitale è impressionante: la be­stemmia, la critica alle autorità, ai genitori, ai padroni, la pesca di frodo, il non portare il costume cittadino, l'occultamento di cibo, l'adulterio, l'inosservanza delle minuziose prescrizioni igieniche in materia di rapporti sessuali, eccetera. Ogni editto è condito di citazioni bibliche e, quando mancano, di «rivelazioni».

Matthys muore durante una sortita alla testa di un drappello di fanatici. Bockelson è acclamato suo successore da una folla di donne scarmigliate che si denudano il petto e lo chiamano «Padre».


Rin­galluzziti dai successi di Munster, il movimento degli anabattisti nel resto d’Europa assume proporzioni allarmanti. Se il vescovo non riusci­rà a farla finita con Munster, l'incendio dilagherà.

Intanto il "re", Bibbia alla mano, introduce la poligamia e inva­lida tutti i matrimoni, obbligando ogni donna a risposarsi (anche le anziane), pena la vita. Se un matrimonio è sterile, la donna verrà affidata ad un altro marito. Messa incinta la prima, l'uomo può prenderne un'altra, e un'altra ancora. Quelle il cui marito sia assente devono risposarsi. La moglie che non obbedisce al marito è punita con la morte. C'è chi si libera della moglie anziana de­nunciandola per disobbedienza. Molte abortiscono di nascosto per non vedere arrivare una seconda moglie. Con la semplice for­mula «Il mio spirito brama la tua carne» ogni uomo può prendere chi vuole in moglie, anche le bambine. Un numero imprecisato di donne si suicida. I profeti, dal canto loro, allargano i rispettivi ha­rem. Molte sono nobili dame o monache (del resto, anche Lu­tero ha sposato una suora).

Ad agosto Bo­ckelson, sicuro della vittoria finale, si fa ungere «re di Sion, erede del trono di Davide» e ordina che nessuno possieda più di tre ca­micie. Poi requisisce tutti i cavalli per la sua sfarzosissima corte di centotrentacinque persone e si veste interamente d'oro. Le "regine" banchettano a leccornie mentre la città è alla fame.

Frattanto, in Germania e in Olanda, la storia dei poveri anabat­tisti che stanno per soccombere a Munster per la sola colpa di at­tendere «nuovi cieli e nuova terra» si diffonde tra gli strati più bassi della popolazione. Perciò tutti i signori si mobilitano per chiudere la questione di Munster una volta per tutte.

A Munster ormai si macellano i cavalli. Molti disertano e si arrendono agli assedianti. Il re corre ai ripari decapitando personalmente i “traditori”.


Gennaio 1535. Ormai si mangiano i cani, i gatti, i topi. Quando la città cadrà, in certe pentole verranno trovati i resti dell'orrore: al­cuni genitori hanno messo in salamoia i figli più piccoli per nutrire gli altri. Le esecuzioni arrivano al parossismo. A giugno il vescovo e i suoi numerosi alleati lanciano tut­te le loro forze contro la città. In poco tempo Munster è presa.

Il vescovo, avvisato della vittoria, cerca di ferma­re il massacro ma giunge a cose praticamente già fatte. Anzi, i mercenari, cui viene impedito di completare il saccheggio, si ri­bellano: occorre giustiziarne sette. Il vescovo fa sfilare davanti a sé i munsteriti superstiti e chiede loro formale abiura; quelli che rifiutano vengono misericordiosamente esiliati. Finiranno tutti in Inghilterra e in America. Bockelson, Knipperdolling e Krechting, il «re», il «governatore» e il «luogotenente di Sion», catturati, pretendono onori regali, ma verranno processati come delin­quenti comuni. Seguono mesi di interrogatori, nei quali, secondo il costume inquisitoriale, ai tre vengono inviati dei predicatori per farli rinsavire.


Il 22 gennaio 1536 i tre vanno al rogo. Prima che le fiamme li tocchino, con un gesto di pie­tà - pietà che essi non hanno mai avuto nei confronti delle loro innumerevoli vittime - vengono finiti con una pugnalata al petto. I loro corpi restano esposti per alcuni giorni, a monito, entro gab­bie appese alle mura.


Per approfondire:

“Storia dell’Inquisizione” di R. Camilleri


 
 
 

留言


© 2023 by The Artifact. Proudly created with Wix.com

bottom of page